Il
sughero è un tessuto secondario costituito dall'insieme di cellule
morte che la quercia (Quercus Suber) produce naturalmente dal tronco.
Queste cellule, unendosi l'una all'altra senza spazi intercellulari,
creano un composto leggero, compatto e, nel contempo, resistentissimo
alle intemperie e immarcescibile, che conferisce alla corteccia quelle
caratteristiche di impermeabilità ai liquidi e ai gas che fanno
di questo prodotto il materiale ideale per numerose applicazioni industriali.
Oltre ai famosi tappi, con il sughero si ottengono degli isolanti termoacustici
perfetti, galleggianti, guarnizioni, rivestimenti e tappezzerie pregiate
e valide alternative a mattonelle, marmi e legno.
La
quercia da sughero nasce spontanea nel clima temperato della Sardegna
e ancora resiste al pericolo ricorrente degli incendi e alla deforestazione.
L'estrazione, che ha qundo il clima caldo e secco dei mesi estivi facilita
la separazione della corteccia, avviene per la prima volta quando la
pianta raggiunge i 25/30 anni di vita e una circonferenza di tronco
mai inferiore ai 60/65 cm. L'altezza del taglio è sempre proporzionale
alla misura della pianta. Il primo sughero estratto (demaschiatura)
è chiamato sugherone o sughero maschio, grigiastro e grossolano,
di scarsa qualità, viene avviato alla macinatura per essere agglomerato
in pannelli; questa è la prima corteccia che produce la pianta
e che conserverà per tutta la sua vita nella parte di tronco
e nei rami non soggetti a estrazione. Dalla seconda estrazione, e per
tutte le successive, la corteccia estratta sarà di sughero femmina
o sughero gentile, che è quello di buona qualità. Tra
due successive scorzature intercorre un periodo minimo di dieci anni
durante il quale è rigorosamente vietata l'estrazione. Il
sughero
estratto può essere lavorato dopo un periodo di stagionatura
che può durare da pochi mesi sino a diversi anni. La fase successiva
è la bollitura che, in un'ora di caldaia ad altissima temperatura,
rende il materiale elastico e quindi lavorabile. Dopo un'ulteriore stagionatura
il sughero viene avviato alla produzione, spesso finalizzata allo scopo
principe: il tappo che, pur dovendo affrontare sempre più di
frequente la concorrenza delle materie sintetiche, mantiene ancora su
di esse un predominio più che accertato. Il costo del sughero
sul mercato è dato da diversi fattori: l'età della corteccia
(più è lontana la precedente estrazione, maggiore sarà
lo spessore e quindi il valore); la presenza di eventuali impurità
che ne diminuiscono la qualità; la zona e l'esposizione delle
piante. La qualità varia dalla Prima alla Quarta, a seconda della
compattezza del materiale; lo scarto, cioè il sughero di qualità
infima viene chiamato Macina ed è, chiaramente, un materiale
destinato alla macinatura.
Oltre alle già citate applicazioni del prodotto nell'industria
e nell'edilizia, da qualche decennio è fiorente la produzione
di souvenir tipici della Sardegna e destinati al turismo; è stato
recentemente brevettato un tessuto, interamente in sughero, per la confezione
di abiti.
Il primo artigianato del sughero consisteva nelle fasi di estrazione,
bollitura e stagionatura e vedeva il prodotto finito nel "quadretto"
da cui si sarebbe poi rifilato il tappo, con lavorazione esclusivamente
manuale; ora sta scomparendo per l'utilizzazione, sempre più
diffusa, di macchinari che sveltiscono fino a dieci volte il lavoro.
Basti pensare che un quadrettaio di vecchio stampo poteva produrre da
2.000 a 3.000 quadretti al giorno mentre, con l'ausilio di macchine,
la produzione arriva a superare le ventimila unità al giorno.
Il vecchio artigiano sta scomparendo per lasciare, come logica, spazio
alle nuove tecnologie che richiedono comunque notevoli investimenti
e potenzialità occupazionale di estremo interesse per la zona.
L'anziano operaio che, seduto al banco di lavoro, sfornava con millimetrica
precisione una moltitudine di quadretti selezionati a seconda della
misura e della qualità ha ormai ceduto il campo alla fustella
che, adoperata da mani esperte, rifila un'enorme quantità di
tappi già pressoché pronti per la vendita. Girando per
le fabbriche della Gallura si può avere ancora la fortuna di
imbattersi nel quadrettaio, ma la spietata logica del mercato ha fatto
di questa categoria una rarità in via di estinzione. E' interessante
rimarcare che quasi tutti i macchinari necessari per le varie fasi della
lavorazione sono prodotti in loco da artigiani lungimiranti che hanno
investito il loro tempo e le loro risorse scommettendo ancora su questo
meraviglioso materiale che è il sughero.
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